Lettera Aperta Alessandro Gili, 16 Dicembre 2009

« Older   Newer »
  Share  
Quelli del Call Center
view post Posted on 16/12/2009, 19:21 by: Quelli del Call Center




A tutti i Lavoratori di Voicity Holding
A tutte le Aziende Clienti
Alle OO.SS. Nazionali e Territoriali

p.c. Ministero dell’Industria e dello
Sviuppo Economico (c.a. dott. G. Castano)
Principali Testate Giornalistiche Nazionali

Milano, 16 Dicembre 2009


Lettera Aperta

Mi chiamo Alessandro Gili, sono l’Amministratore Unico di OSC Spa, e scrivo perché mi sembra ormai l’unica possibile via per fare chiarezza.
Come è noto a tutti, l’Agosto di quest’anno ha visto il gruppo Omnia Network prossimo alla procedura concorsuale a causa di una gravissima crisi finanziaria: dall’irregolarità dei pagamenti la continuità aziendale dell’intero perimetro sarebbe stata mantenuta e garantita solo attraverso una ricapitalizzazione da parte di un partner finanziario esterno in grado di restituire liquidità e credito al Gruppo.
A Settembre, a seguito della manifestazione di interesse di un importante fondo di investimento Lussemburghese (East Investment) e dell’iniziativa di alcuni Manager tra i quali il sottoscritto, nasce il gruppo Voicity (prima Alba Rental) che acquisisce da Omnia Network le principali attività di call center: il partner finanziario si impegna a ricapitalizzare il gruppo con il conferimento di 40 milioni di euro di crediti commerciali che saranno versati in due tranche.
L’obiettivo, ambizioso, è mantenere la continuità aziendale, la salvaguardia del servizio, e con esse il mantenimento dei clienti e dei posti di lavoro, fino all’avvenuta ricapitalizzazione, che restituirà linfa finanziaria e credito bancario, in sintesi la credibilità al Gruppo.
L’intera operazione, come spiega lo Studio Ambrosetti incaricato della redazione del piano industriale del Gruppo, è economicamente sostenibile e quindi appetibile per un partner che voglia investire in questa realtà, ma è necessario sopravvivere alla turbolenza finanziaria che precede la ricapitalizzazione, ricercare l’efficienza nelle attività di core business e dismettere quelle no-core.
La crisi che imperversa sul mercato e il collasso di importanti aziende di settore non aiutano ad attenuare i disagi portati dall’allungarsi dei tempi di realizzazione del progetto di ricapitalizzazione: la prima tranche di 20 milioni di euro viene conferita solo in Novembre, e nel frattempo il ritardo cronico del pagamento delle retribuzioni (sempre di circa un mese), accresce l’esasperazione e lo sconforto. Iniziano le assemblee permanenti, gli scioperi, i pignoramenti creditizi, la sfiducia: tanto più il traguardo sembra essere vicino tanto più ci sembra di volerlo deliberatamente allontanare: il ritardo nel pagamento delle retribuzioni genera un disservizio, il disservizio non incoraggia il cliente al quale si chiedono di rivedere per un limitato periodo di tempo le condizioni di pagamento in modo da consentirci di erogare le retribuzioni.
In questo quadro si succedono gli incontri al Ministero dell’Industria e dello Sviluppo Economico, costellati di continui attacchi alla compagine dirigenziale e dalla minaccia incombente di tavoli paralleli di crisi aperti nei confronti dei clienti, per la ricerca di una soluzione al problema creato da chi quei tavoli li ha richiesti, fra l’imbarazzo generale e la sensazione che forse certi atteggiamenti persecutori trovino ragione ben oltre l’interesse collettivo dei lavoratori.
La credibilità è spesso minata dalle strumentalizzazioni, il nervosismo e le prese di posizione oltranzista sono più popolari della fiducia e della mediazione: strappano applausi e cavalcano il malcontento. Ma queste sono strade senza futuro, che trasformano la crisi finanziaria in crisi economica, che tramutano il problema del ritardo delle retribuzioni in quello della conservazione dei posti di lavoro.
Ieri, 15 Dicembre 2009, al termine di un’estenuante tentativo di reperire le risorse necessarie al pagamento delle retribuzioni del mese di Novembre, si è deciso di
bonificare un acconto di euro 500,00 per ciascun lavoratore di OSC Spa. A fronte di un ritardo di pochi giorni rispetto alle normali scadenze (alcuni lavoratori hanno valuta 27 Novembre, altri 5 Dicembre, altri 10 Dicembre, altri ancora 20 Dicembre!) ci troviamo con assemblee permanenti e proposte di scioperi ad oltranza, a ridosso del mese di Gennaio che è quello entro il quale si prevede che sia la ricapitalizzazione che l’instabilità finanziaria dovrebbero essere risolte.
Così si innescano e scattano le trappole logiche e mediatiche: se arrivano i soldi è grazie alle proteste, se non arrivano (ma naturalmente non è mai imputabile ai disordini) allora non ci sono mai stati. Per non parlare di chi ritiene di gran lunga preferibile la procedura concorsuale alla continuità aziendale. Ma si sa che il sonno della ragione genera dei mostri.
Consapevole dei disagi che il ritardo delle retribuzioni comporta per i singoli lavoratori e per le loro famiglie, e consapevole dell’aggravamento che genera il suo protrarsi, non si può però dimenticare che da mesi esiste un problema finanziario del gruppo, che non si risolve purtroppo con gli scioperi, che non si risolve sottolineandone la gravità, che non si risolve negandone l’esistenza e pretendendo che i pagamenti diventino magicamente puntuali.
Si risolve con il lavoro e con le responsabilità che sono in capo a tutti noi, e le responsabilità non si nutrono di speranze, illusioni, false promesse o chimere, ma della consapevolezza che il mantenimento del nostro posto di lavoro e il nostro futuro professionale passa essenzialmente dalla qualità e dall’apporto di ciascuno, mentre per la disfatta è sufficiente l’opera di pochi.
E responsabilità significa esserci, essere presenti, metterci la faccia, la reputazione, la credibilità, fino in fondo. Ed è quello che cerco di fare ogni giorno io con tutti Voi.

In fede,
Alessandro Gili


Documento PAGINA 1 PAGINA 2
 
Top
15 replies since 16/12/2009, 19:21   2381 views
  Share